La
montagna ha partorito un topolino lasciando pressoché intatto il muro
dell'asfissiante burocrazia che ogni giorno soffoca tutta l'attività edilizia.
Alcune
misure, indubbiamente in se positive, sono calate in un paese ormai sfasciato da assurde e intricate leggi
autoreferenziali. Aver sostituito, qua e là, frasi di comma di leggi esistenti cambierà ben poco la drammatica realtà della
nostra professione e dell'edilizia. Le cieche ed elefantiache leggi regionali e
locali avranno facile gioco nell'annullare gli effetti sperati.
Diverso
è il discorso, invece, per le misure per
la riapertura dei grandi cantieri per infrastrutture o lavori di interesse
nazionale. In questo caso l'intervento statale è più puntuale e diretto ma si tratta attività che
sono gestite dalle grandi lobby che troppo spesso hanno razziato gli appalti a colpi di tangenti con
inevitabile e assurda lievitazione dei
costi per la collettività. Grandi opere dove il lavoro intellettuale dei liberi
professionisti è del tutto osteggiato poiché di intralcio agli esagerati
interessi delle grandi corporazioni.
La
normativa di accesso alle gare di progettazione è rimasta invariata e continua
ad escludere la massima parte degli ingegneri ed architetti a favore delle
società capitalizzate, con vertiginoso crollo della qualità delle progettazioni
pubbliche.
La
concorrenza sleale dei dipendenti pubblici è rimasta invariata e anzi sta
aumentando in varie forme: uso strumentale del 2% per le progettazioni
interne, storno di fondi europei per
strani progetti riservati ai dipendenti pubblici, . elenchi prezzi
regionali malfatti al solo scopo di
impiegare ulteriore personale a carico della collettività, in danno dell'interesse
pubblico ecc. ecc..
Il
settore edilizio, da sempre traino dell'economia, ha perso metà del suo
fatturato.
Il
rilancio dell'edilizia, il recupero dell'esistente, la riqualificazione
dell'ambiente, il rilancio economico dell'attività dei professionisti, delle
imprese medio-piccole e del vasto modo produttivo collegato sono la vera sfida
che deve essere intrapresa poiché rappresenta la possibilità di vera e diffusa
ripresa economica complessiva.
Per
fare ciò occorrono provvedimenti energici per correggere profondamente
l'inaccettabile dilagare delle cieche e autoreferenziali norme in campo
ambientale ed urbanistico, che tutto vogliono controllare e tutto bloccano. La
riforma del Titolo V della Costituzione, recentemente passata al vaglio del
Senato, ha perso l'iniziale determinazione nei confronti delle regioni.
Il
sistema attuale di tassazione degli
immobili, col decreto, non è
sostanzialmente cambiato sebbene sia concausa rilevante della crisi del
settore.
Le
libere professioni tecniche stanno scomparendo e i pannicelli caldi non
bastano.
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