La categoria dei Liberi professionisti
deve provvedere alla sua difesa con tutti i mezzi più risoluti, attraverso organizzazioni sindacali ad adesione libera,
sottratte ad ogni disciplina e gerarchia statale, limitate ai soli puri professionisti,
ossia a coloro che, unicamente da contratti di opera e mai da remunerazioni a tempo o a stipendio e quindi da lavoro subordinato,
anche se intellettualmente di alto grado, traggono i materiali mezzi della propria sussistenza".
Amadeo Bordiga, cofondatore del Sindacato Ingegneri Liberi Professionisti – Napoli, 1950

domenica 6 maggio 2012

ORDINE DEGLI ARCHITETTI - COMUNE DI AREZZO - INARSIND AREZZO


Tre cose.
1) 250€ di iscrizione annuale all’Ordine Architetti.
2) Le preistruttorie al Comune di Arezzo.
3) Le trattative tra Ordini e Comune sul Regolamento Urbanistico.
1) Da una indagine nazionale svolta su Facebook, l'Ordine degli Architetti di Arezzo è tra i più cari (negli altri ordini  la quota varia all’incirca da 155 a 220 €). L'Ordine degli Ingegneri di Arezzo mi sembra costi sui 120 € annui. Meno della metà. È ovvio che il costo esagerato di un Ordine deriva dalle attività non istituzionali, quelle,cioè, non assegnate dalla legge istitutiva.
Ma veniamo al problema. All'ultima assemblea per l'approvazione del bilancio, tra consiglieri ed iscritti c'erano circa 13 persone su 850 iscritti.
È vero che gli assenti hanno sempre torto. Ma è altrettanto vero che il buon senso, in questi casi, dovrebbe suggerire di limitare le spese alle sole funzioni istituzionali.
Inoltre, potrebbe essere fatta una indagine semplicissima tra gli iscritti, utilizzando la posta elettronica. L'esito, peró, di tale indagine sarebbe scontata. Agli 830 iscritti su 850 che non partecipano all'assemblea di bilancio, cosa può importare di spendere per convegni, pubblicazioni, biblioteca, bella sede ecc. ecc.? Ma forse è proprio questa consapevolezza che impedisce di fare un sondaggio e suggerisce invece atteggiamenti polizieschi.
2) Le preistruttorie, improvvidamente chieste al Comune da parte dell’Ordine degli Architetti allungano i tempi in maniera esponenziale. Per avere una semplice consulenza su come il Comune interpreta qualcuna delle astruse norme del  RU, a me hanno dato appuntamento dopo 20 gg. Può un cliente attendere una risposta con questi tempi? Può significare la perdita di un lavoro! Una volta, non solo non c’era un RU così astruso ma andavi negli uffici il Martedì o il Giovedì e, se eri sfortunato (sic), ti facevi un paio d’ore di fila e poi parlavi con un tecnico istruttore. Ora invece devi compilare una scheda spiegando preliminarmente il problema, la devi inviare per e-mail, devi aspettare la risposta, andare su, avere il colloquio e forse compilare un verbale. Se poi fai la SCIA si ricomincia daccapo. Quando invii la scheda per l’appuntamento, c’è poi ovviamente  un tecnico comunale che la deve analizzare, stabilire il tipo di domanda, classificarla, scegliere chi sarà l’istruttore in base al regolamento interno, verificare che non sia in ferie o a qualche corso di formazione, individuare la data del colloquio, comunicarla al professionista esterno e al tecnico interno prescelto. Come tempi, senza aver fatto ancora il colloquio, siamo già oltre quello che sarebbe stato alla vecchia maniera. In questo momento di crisi e di pochissimo lavoro per tutti, sembra che il problema sia stato risolto, per i tecnici comunali, aumentando le procedure e i tempi per le poche pratiche esistenti. I liberi professionisti e i loro clienti, però, si vedono aggiungere, oltre al danno, la beffa.
Era meglio se l’Ordine degli Architetti non avesse travalicato la sua funzione istituzionale andando a proporre simili procedure al Comune di Arezzo.
3)Gli Ordini Professionali, del tutto al di fuori del proprio ruolo, si sono messi, ormai da qualche anno, a trattare nei “tavoli di confronto” con l’amministrazione comunale su urbanistica e regolamenti vari. Lo hanno fatto a spese degli iscritti (250 € annui per gli architettie senza avere da loro (gli iscritti) alcun tipo di mandato.
Qualcuno (cft. commento di “Luigi Sturzo”, pseudonimo su Informarezzo) si è chiesto se  “trattare" in via riservata le modifiche al Regolamento Urbanistico del Comune di Arezzo” sia compito degli Ordini. La risposta è ovvia. Ciò “non rientra” tra i compiti istituzionali degli Ordini e, quando viene fatto, si crea soltanto confusione di ruoli e si fa danno. Quella delle preistruttorie è l’ultimo esempio. 
Gli Ordini non sono un organismo di rappresentanza di categoria ma, al contrario, sono istituzioni statali nate per controllare i professionisti i quali hanno l’obbligo di iscrizione. Gli Ordini sono una istituzione statale come lo sono anche i Comuni. Per questo motivo, dire che sono diventati “addetti stampa” del Comune (come ha fatto l’amico Piero) non è poi una grande offesa poiché, tra istituzioni, ci si aiuta a vicenda. Il problema nasce quando qualcuno vuol dare a bere l’idea che gli Ordini “trattano” col Comune per difendere i propri iscritti (che, tra l’altro, sono eterogenei e con interessi spesso molto conflittuali) quando invece, di fatto, e al di là, forse, delle intenzioni, risultano coalizzati per avallare regolamenti astrusi e procedure Kafkiane.  Per esempio, quando si sono levate voci contro il Regolamento Urbanistico all’indomani dell’adozione, dal comune hanno risposto che gli Ordini erano d’accordo, in virtù del fatto che c’erano stati dei “tavoli di confronto”.
Rinnovo anche io l’appello agli Ordini fatto da Pietro Pagliardini. “Limitatevi a svolgere le funzioni che la legge vi assegna: la quota d’iscrizione costerebbe molto meno e le cose non potrebbero che andare meglio”.
La rappresentanza di categoria dei liberi professionisti spetta al sindacato, liberamente scelto senza obbligo di iscrizione.
I tecnici comunali hanno i loro sindacati. I liberi professionisti, ad Arezzo  hanno Inarsind che nelle occasioni importanti ha già mobilitato centinaia  di persone nonostante alcune conclamate forme di boicottaggio.
Inarsind rappresenta i tecnici che devono interpretare e applicare le norme comunali (prendendosi le relative responsabilità).  Inarsind è in grado di fornire al comune di Arezzo la vasta esperienza dei propri iscritti, nell’interesse non solo della categoria ma di tutta la cittadinanza.
Inarsind non ha mai chiesto un tavolo di trattativa privata col Comune.
Inarsind chiede, invece, un confronto pubblico costante con l’amministrazione comunale, sui temi urbanistici ed edilizi, aperto a tutti gli interessati.
Alessandro Cinelli Architetto

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Perchè non ci pensa inarsind a fare un sondaggio tra gli iscritti all'Ordine?
Sono un Architetto molto esterrefatto.

Pietro Pagliardini ha detto...

Per una combinazione stavamo proprio discorrendo via mail con Cinelli dei questa possibilità. Il fatto è che non abbiamo le mail di tutti gli iscritti e quella ufficiale che abbiamo preso dall'Ordine, pagandola, si riferisce a quelle che sono autorizzate dai colleghi, la maggior parte delle quali sono fuori uso e, ad ogni spedizione che facciamo ce ne tornano indietro moltissime.
Stiamo valutando se farlo via internet proprio nel blog ma i sondaggi via internet sono molto aleatori. Comunque vedremo
Grazie
Pietro

Anonimo ha detto...

Per quanto riguarda il pagamento annuale credo che la cifra sia estremamente alta per il servizio che viene offerto.

almeno un giornalino mensile che informi sulle novità burocratiche, mostre e convegni di Architettura e fatti archtetturalmente interessanti dovrebbe essere il minimo.

Anonimo ha detto...

Una domanda: quanto costa iscriversi a Inarsind?

Anonimo ha detto...

............sarebbe l'ora di iniziare a domandarsi che funzione devono svolgere gli Ordini ..........credo che per rilasciare il timbro e qualche certificato qualunque costo sia esagerato..............mi sembra ultimamente che la loro attività sia rivolta soprattutto a fare osservazioni e contributi ai Regolamenti Urbanistici dei maggiori comuni della Provincia, con l'intento di allacciare relazioni con le amministrazioni e sperare in qualche incarico......logicamente a disposizione sempre dei due o tre che rappresentantano l'ordine..........vedi i responsabili delle Commissioni Territoriali.........Gli ordini sono istituzioni gestite da un gruppo ristretto di professionisti il cui scopo principale è quello di ottenere visibilità.........con l'intento di ottenere incarichi e incrementare il loro volume di lavoro...........Penso che nella Revisione degli ordini ci si debba domandare "ma che ci stanno a fare", "siamo sicuri che quello che stanno facendo sia utile, o necessario".

inarsindarezzo ha detto...

Per anonimo che chiede la quota iscrizione a INARSIND

La quota di iscriziione anno 2012 è articolata nel seguente modo:
A) Socio ordinario: € 100,00
B) Nuovo socio: € 70,00
C) Socio under 35 anni: € 50,00

Saluti
Pietro Pagliardini

Anonimo ha detto...

concordo pienamente con il collega anonimo delle 10.05. A cosa serve un ordine che svolge azioni di visibilità per i soli rappresentanti? e aggiungo se provate ad avere un problema spesso (esperienza diretta) ci volgiono gli avvocati per aiutarvi a definire le azioni che lo stesso ordine dovrebbe assolvere.