La categoria dei Liberi professionisti
deve provvedere alla sua difesa con tutti i mezzi più risoluti, attraverso organizzazioni sindacali ad adesione libera,
sottratte ad ogni disciplina e gerarchia statale, limitate ai soli puri professionisti,
ossia a coloro che, unicamente da contratti di opera e mai da remunerazioni a tempo o a stipendio e quindi da lavoro subordinato,
anche se intellettualmente di alto grado, traggono i materiali mezzi della propria sussistenza".
Amadeo Bordiga, cofondatore del Sindacato Ingegneri Liberi Professionisti – Napoli, 1950

venerdì 28 dicembre 2012

SEMPLIFICARE SI PUO', BASTA...VOLERLO


Semplificazione è la parola d'ordine, ma tra il dire e il fare c'è di mezzo il capire cosa significhi semplificare.
Per questo pubblichiamo, a mero titolo di esempio qualitativo, senza cioè pretendere di affrontare in maniera sistematica l'argomento, anche per la difficoltà della lingua, lo stampato del Comune di Jena per le pratiche edilizie. La scelta di Jena è puramente casuale determinata dalla presenza in quella città di uno studente aretino. Tuttavia Jena è una città con un numero di abitanti appena superiore a quello di Arezzo e quindi abbastanza omogenea.
Il modulo, in formato PDF riempibile direttamente on line oppure in formato cartaceo, è valido sia per il permesso di costruire (in alto a sinistra) che per una sorta di SCIA che non richiede preventiva autorizzazione.
Ma non è affatto importante il mezzo di trasmissione, contrariamente a quello che si pensa e si scrive da noi, dove il farlo via Internet si ritiene una conquista di modernità e una "semplificazione", quanto il contenuto.

Le pagine in tutto sono tre, scarse, meno della nostra Denuncia di Attività Edilizia Libera.

Le caselle da riempire sono nella stragrande maggioranza informazioni sulla proprietà, sul richiedente, sui progettisti, le informazioni sul vicinato, con le eventuali firme dei confinanti, notizie sugli accessi e sulla presenza di servizi.
Per quanto attiene al progetto vero e proprio tutto è contenuto nella tabellina ad inizio dei pagina 3, ma non c'è un riferimento che sia uno a leggi, a parametri edilizi, a volumi, a SUL, ad altezze, a distanze e quant'altro. C'è solo da scrivere il numero di tavole presentate per ogni argomento: anti-incendio, strutture, ecc.
In sostanza il sistema sulla fiducia verso il cittadino e sulla sua responsabilità.

Questo modulo conferma quanto già sappiamo grazie all'ormai famoso servizio di Report di cui questo è il link:


A noi non resta che sognare un sistema più civile, più democratico, più economico, più umano.

Anche questo è uno spread altissimo nei confronti della Germania.























domenica 23 dicembre 2012

INARSIND Arezzo invitata al Consiglio Comunale


INARSIND Arezzo è stato invitato, il 13 dicembre 2012, a intervenire al Consiglio Comunale Aperto di Arezzo. - sul tema “La crisi dell'edilizia”.
Il testo che segue è la traccia dell'intervento tenuto dal Presidente Alessandro Cinelli.

Inarsind ringrazia la Presidenza del Consiglio Comunale per aver riconosciuto la funzione di rappresentanza dei liberi professionisti .
I liberi professionisti architetti sono 40-60% del totale degli iscritti agli Ordini. Tra gli ingegneri la percentuale scende anche al 30%.
I liberi professionisti sono quelli che devono interpretare le leggi e devono certificare (sempre di più) la loro osservanza. Per questo motivo devono essere ascoltati come categoria indispensabile nella gestione del territorio.
La crisi dell’edilizia dipende da fattori sui quali l’amministrazione comunale non ha possibilità dirette di intervento.
Il comune, però, attraverso la normativa edilizia ed urbanistica può amplificare la crisi oppure, al contrario,  facilitare le attività edilizie ancora possibili.
Interventi diretto
Un Comune può intervenire sulla crisi in modo diretto (anche se con un influsso limitato) attraverso le regole comunali e quindi il RU.
Interventi indiretto
Un Comune può, però, anche esprimersi su questioni più generali che sono di  competenza indiretta ma che bisogna comunque affrontare.
Regolamento Urbanistico e norme comunali
Le fortissime  preoccupazioni espresse da Inarsind, al riguardo del RU approvato,  si sono dimostrate purtroppo vere e il fatto che anche l’ufficio comunale abbia ritenuto di dover modificare le Norme Tecniche ne è la lampante dimostrazione.
Rimane il rammarico che Inarsind non sia stato ascoltato prima dell’approvazione, con notevole perdita di tempo, di risorse e di opportunità per tutti in una fase di così acuta crisi edilizia.
La variante in fase di discussione rappresenta un passo in avanti anche se limitato alle sole Norme Tecniche.
Inarsind ritiene che subito dopo questo passo si debba metter mano al completo rifacimento dell’intero pacchetto urbanistico: regolamento urbanistico con variante contestuale al PS.
Per questo Inarsind ha cominciato ad organizzare
un workshop su tematiche generali e specifiche, a titolo di esempio,
·         Perchè i liberi professionisti aretini passino dalla protesta alla proposta;
·         Perchè i liberi professionisti aretini tornino di nuovo a discutere di città e di urbanistica, con il disegno e non con le leggi.
L’ambizione è quella di offrire alla città e al Comune non soluzioni precostituite ma temi che siano il punto di partenza, che siano avvio di un procedimento, non in senso burocratico, del nuovo piano di cui la città ha bisogno.
Oggi, con la crisi, è il momento migliore per riflettere senza l’affanno delle ruspe pronte a scavare!
Chiediamo al Comune di collaborare in maniera attiva, così come lo chiediamo agli Ordini, ma di svolgere il loro compito, questo sì, di servizio alla città fuori però dagli interessi specifici che appartengono solo ai liberi professionisti e nella netta distinzione dei ruoli tra chi propone e chi decide.
Considerazioni generali sulla normativa urbanistica ed edilizia (non solo comunale).
La norma "dovrebbe" regolare le trasformazioni del territorio ( necessarie per soddisfare le esigenze umane) e di conseguenza anche le attivitá economiche collegate.
Le norme hanno avuto enormi problemi:
·         nel regolare il territorio
·          nel regolare le attivitá economiche.
E’ necessario riconsiderare l’intero sistema e la mentalità stessa della pubblica amministrazione.
Le norme e l’amministrazione pubblica devono essere al servizio del territorio e dei cittadini. I cittadini,  le famiglie, le aziende e gli operatori economici devono essere considerati una risorsa e non dei potenziali “abusivisti edilizi”. La norma che ancora ha fatto capolino nella proposta di revisione del RU, relativa all’autorimessa che non deve essere in collegamento diretto con l’alloggio, è paradigmatica di questo errato (e molto diffuso) modo di pensare.
Chiedere la verifica del rischio idraulico x chi chiude una terrazza al quarto piano di via Giotto è illogico, umiliante ed oneroso oltremisura.
Il congresso nazionale Inarsind di Firenze e la semplificazione normativa.
"Cittá intelligente e semplificazione normativa, legislazione urbanistica ed edilizia,
europa, italia, regioni province e comuni".
La relazione è stata richiesta dalla presidenza di inarcassa per essere inviata al ministro Passera.
Al convegno "Il mestiere del costruire"  Roma 28 novembre, l'Architetto Philippe Daverio ha ripreso il tema sostenendo che: È necessario ridiscutere l'intero pacchetto della normativa italiana.
Cosa ha evidenziato, lo studio fatto per il congresso inarsind, per la normativa urbanistica ed edilizia?
Europa
Le norme europee su VIA e VAS vogliono regolare i minimi particolari, non solo la centrale termonucleare ma anche il riordino fondiario in agricoltura.
Italia
Le norme nazionali su VIA e VAS non semplificano la situazione e anzi l’appesantiscono.
In urbanistica abbiamo ancora la legge 1150 del 42 che nonostante l'etá è riconosciuta da molti studiosi come ancora valida nell'impianto complessivo.
In edilizia abbiamo una specie di Testo Unico che ha differenziato troppo i tipi di pratica edilizia.
Le Regioni e i nuovi steccati
Le regioni adattano la normativa nazionale alle peculiarità regionali. In genere complicano la normativa nazionale creando sistemi molto diversificati da regione a regione. L'estrema diversificazione non trova ragione di esistere nelle effettive diversitá regionali. Una diversità così arbitraria costituisce ormai un modo per alzare steccati e imporre dazi tra una regione e l'altra, in barba all'unità d'italia, alla libera circolazione delle idee, delle merci e alla tanto sbandierata Europa. Ci sono moltissimi esempi concreti.  In Alto Adige un  gancio di sicurezza  sul tetto deve reggere ( a strappo) 500 kg. In Toscana, coi tetti molto più inclinati, 1000 kg. Sulle certificazioni ne è nato un diktat.  Risultato: in Toscana sono nate società che certificano e costi che sono andati in orbita.
In ogni legge urbanistica, edilizia, sulla sicurezza luoghi di lavoro, sulle foreste, sulla sanità ecc. ecc.   molte (quasi tutte) regioni hanno costruito un impalcato di norme diversificate che aumentano i costi per i cittadini e per le imprese. Quando entri dal confine non paghi un fiorino. Paghi invece per mantenere dei burocrati e dei politici che si sono inventati questo tipo di frontiera per giustificare il proprio apparato (con i relativi stipendi e prebende).
E non vale la distinzione tra maggioranza e opposizione.

Apparati che costano  alla collettività e che svolgono (oltre al costo degli stipendi e delle strutture pubbliche impegnate) una funzione di freno per l'economia, per la gestione del territorio, per le imprese e per i cittadini tutti.
Questa logica, è ovvio, porta a continui paradossi.
Già l'art. 1 della L 1/2005 dice che la funzione della norma è perseguire:
"Una qualitá insediativa ed edilizia sostenibile che garantisca ... l'organizzazione degli spazi che salvagardino il diritto all'autodeterminazione delle scelte".
Pochi si sono soffermati per capire cosa significhi questo comma. Se però analizziamo la frase scopriamo che, non solo si tratta di "filosofia" o "ideologia" inserita nel posto sbagliato ma il concetto stesso è la negazione dell'utilità delle norme urbanistiche ed edilizie le quali, al contrario, servono proprio per regolare il diritto del singolo che autodeterminando (cioè determinando per proprio conto) le proprie scelte, potrebbe invadere la libertà altrui. Chi autodetermina le scelte costruendo un edificio che disturba gli altri cittadini segue in pieno il dettato dell'art. 1 della legge regionale.

Altro esempio, uno degli ultimi, le verifiche "transfrontaliere" per cose minimali in Toscana (come spostare di 50 mt il volume diruto di un annesso ex colonico in campagna).
Per chi crede che sia una barzelletta cito la legge: art. 62 LR 10/2010. L'allegato 1, che indica con precisione le verifiche da fare, contiene anch'esso, a scanso di equivoci, la fatidica domanda a cui si  deve rispondere: "natura transfrontaliera degli impatti ambientali".
Fare delle verifiche progettuali in più per ogni cosa produce un costo aggiuntivo e dei tempi allungati ma serve quasi sempre soltanto a giustificare la burocrazia che ha prodotto quelle norme e non ad aumentare il benessere, la sicurezza dei cittadini o la tutela del territorio.
Le grandi imprese e i grandi gruppi possono ,invece, evitare gra parte di tutto ciò e la dimostrazione è che possono essere approvati anche progetti di grattacieli che impediscono la vista della cittá storica dalle strade di ingresso in cittá.
Per uscire dalla crisi c'è una condizione necessaria. Necessaria ma non sufficiente. Condizione che, anche se rimane la crisi economica, può limitarne comunque gli effetti.
È necessario ridiscutere l'intero pacchetto della normativa.

INARSIND ritiene che sarebbe utile se la città di Arezzo, attraverso i suoi rappresentanti politici, esternasse la convinzione che bisogna ridiscutere l'intero pacchetto di leggi Urbanistiche, Edilizie e collegate.
E che bisogna chiedere:
all'Europa
·         direttive meno omnicomprensive ed invadenti e che riguardino solo i principi;
all'Italia
·         Applicazioni più elastiche delle direttive europee
·         Meno invadenza sui comuni
·         Regole per incanalare le norme regionali al fine di evitare che l'autonomia diventi arbitrio
alla regione
·         Leggi che non appesantiscano le norme nazionali e che favoriscano i cittadini, le famiglie e le piccole imprese.
·         Meno invadenza sui comuni.

INARSIND AREZZO