Tre considerazioni su recenti comportamenti dell’Ordine
Architetti:
1) Il 30 aprile è scaduto il termine per il pagamento della
quota annua di iscrizione obbligatoria all’Ordine. A questo punto, chi non
avesse pagato, e abbiamo ragione di credere che qualche caso vi sia, sarà sottoposto a
procedimento disciplinare. Così è scritto nella lettera inviata a suo tempo.
Questo è il classico esempio di grida
manzoniana, ingiustamente e inutilmente punitiva e minacciosa. Poniamo che 50
architetti non abbiano pagato (ottimismo?): l’ordine si è impiccato ad aprire
50 procedimenti disciplinari. E’ una situazione plausibile, ragionevole, umana?
E’ evidente che il pagamento della quota è un obbligo che non può essere eluso,
ma all’Ordine si sono resi conto della situazione in cui versa l’economia e
l’edilizia in particolare? Ne hanno la percezione oppure si crede che sia solo
un refrain tipo TG che scivola via dopo averlo citato in qualche convegno?
Perfino INARCASSA ha rateizzato con una penale minima. Perfino Monti ha
dilazionato l’IMU. Perché l’Ordine, che è nel territorio e quindi dovrebbe
essere più vicino ai propri iscritti, ha ritenuto di fare ricorso a questo
metodo inquisitorio e non ha utilizzato invece una serie di more a scalare,
magari non da rapina? Perché l’Ordine deve mostrare questo volto arcigno? 250
euro non è cifra del tutto irrilevante (e una delle più alte d’Italia) e
qualcuno è possibile abbia qualche difficoltà a pagarle, specie se sommata a
tutti gli altri innumerevoli balzelli cui siamo sottoposti.
Attendiamo con ansia l’espulsione di qualche decina di
colleghi.
2) Abbiamo letto il comunicato agli iscritti che, nella sua
parte terminale, recita: “ ….in merito alla Variante alle N.T.A. del R.U., l’Assessore ha confermato che il lavoro di preparazione della Variante sta proseguendo con l’obbiettivo di portarla in adozione prima della pausa estiva”.
Siamo saltati sulla sedia! Dunque il Comune è nella fase di
“preparazione” della Variante alle sole NTA. Che cosa vorrà dire
“preparazione”? Si riferirà alle modalità e ai criteri da seguire nella
redazione della variante o più semplicemente vorrà dire che ci stanno
lavorando? Dai tempi indicati, praticamente dopodomani, sembra essere
quest’ultima la risposta più plausibile. E chi è il soggetto che starebbe “preparando”?
Molte altre sarebbero le domande da porsi, a riprova del fatto che nessuno sa
niente, se non per “si dice”, e che la comunicazione è stata affidata ai
Consigli degli Ordini, i quali sembrano assumere il ruolo di “addetti
stampa” del Comune: che altro giudizio dare in assenza di un commento, di un
giudizio sull’operazione in corso, dell’espressione di un pensiero? Forse dopo
che gli Ordini sono stati criticati per un interventismo andato ben oltre le
funzioni loro attribuite, ritengono che l’asettico ruolo di addetto stampa sia
più consono alla situazione? Peccato che tale atteggiamento faccia pensare ancora
peggio di prima e fornisca un’immagine di appiattimento sull’Amministrazione, con
quell’astenersi da qualsiasi osservazione. Dispiace dirlo, ma questo è quanto si può ricavare dai fatti. Evidentemente è la strada che gli Ordini ritengono giusta da seguire. Non si tratta certo di giudicare i
contenuti della Variante, che ci sono ignoti, ma almeno sul fatto che l’operazione
si stia svolgendo in sordina, senza una comunicazione alla città, senza
l’apertura di un minimo di dibattito pubblico, senza l’indicazione di una
scelta culturale e politica per uno strumento che interessa cittadini, imprese,
professionisti, operatori in genere, qualcosa si poteva dire. La città ha
diritto di sapere cosa si sta preparando. Non il dettaglio, non il singolo
articolo, non l’articolato, non il cavillo leguleio, come l'Ordine ha fatto fino ad
oggi, ma i principi che dovranno guidare
le nuove NTA quelli sì, è necessario conoscerli e discuterli. Invece no, non
sappiamo nemmeno se sia stato avviato il procedimento. Fatto formale, si dirà.
Certamente, ma a noi interessa la sostanza: se non lo sappiamo, e immaginiamo
che sia stata svolta la procedura, vuol dire che non è stata data rilevanza
alcuna alla notizia, non è stato ritenuto che una variante normativa sia
significativa. Non riteniamo che sia questo l’approccio giusto. Premesso che noi
abbiamo chiesto, e continueremo a chiedere una variante per tutto il patrimonio edilizio
esistente - salvo essere pronti a ricrederci sui risultati quando e se li
vedremo - tuttavia le Norme non sono un’azione burocratica da fare d’ufficio ma
sono invece, e alla luce delle NTA vigenti a maggior ragione, la cartina al
tornasole del rapporto tra pubblico e privato, tra Amministrazione e cittadini.
Per le NTA vigenti il cittadino è suddito, non ha alcuna libertà, nemmeno per
la cuccia del cane, l’imprenditore non può costruire un piano ammezzato
interno, tutto è controllato e regimato e il poco che è concesso viene distribuito con il
lumicino.
Ci piacerebbe sapere qualcosa, tutto qui, ci piacerebbe
capire se possiamo sperare in meglio; ci piacerebbe che l'Amministrazione garantisse il nostro
diritto di cittadini e di liberi professionisti ad una informazione vera.
3) Ma anche gli Ordini, supponiamo, non sapranno niente. Però sanno
che l'assurda procedura di pre-istruttoria e, soprattutto, la blindatura
dell’ufficio, presenta “criticità”. Perbacco, avevamo forse ragione noi a dire
che era una superflua e dannosa procedura? Certo, l'abbiamo detto quando tutto era già fatto, visto che ce lo hanno detto alla fine, quando tutto era stato già deciso!
Gli Ordini lo sanno bene che esistono "criticità" perché l’hanno proposta, voluta, sollecitata
loro, in primis l’Ordine Architetti. Maldicenza, illazione? Neanche per sogno! La
rivendica con una certa dose di orgoglio l’Ordine Architetti in un documento pubblicato
nel sito istituzionale, qui:
Ma noi stiamo tranquilli, perché l’Ordine, come al solito,
“monitora” e le “criticità” saranno certamente rimosse.
A quando un linguaggio che non sia di soli vuoti
luoghi comuni e soprattutto a quando azioni svolte nell’interesse dei liberi
professionisti e non contro?
Visti i precedenti vi rivolgiamo una preghiera: state fermi, non
agitatevi, riposatevi, fate il meno possibile, limitatevi a svolgere i compiti che la legge
vi assegna: la quota d’iscrizione costerebbe molto meno e le cose non potrebbero
che andare meglio.
Pietro Pagliardini
Pietro Pagliardini
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