La categoria dei Liberi professionisti
deve provvedere alla sua difesa con tutti i mezzi più risoluti, attraverso organizzazioni sindacali ad adesione libera,
sottratte ad ogni disciplina e gerarchia statale, limitate ai soli puri professionisti,
ossia a coloro che, unicamente da contratti di opera e mai da remunerazioni a tempo o a stipendio e quindi da lavoro subordinato,
anche se intellettualmente di alto grado, traggono i materiali mezzi della propria sussistenza".
Amadeo Bordiga, cofondatore del Sindacato Ingegneri Liberi Professionisti – Napoli, 1950

venerdì 4 maggio 2012

IL VOLTO ARCIGNO DELL’ORDINE ARCHITETTI, LA VARIANTE FANTASMA ALLE NTA E IL MISTERO SVELATO DELLA PREISTRUTTORIA


Tre considerazioni su recenti comportamenti dell’Ordine Architetti:

1) Il 30 aprile è scaduto il termine per il pagamento della quota annua di iscrizione obbligatoria all’Ordine. A questo punto, chi non avesse pagato, e abbiamo ragione di credere che qualche caso vi sia, sarà sottoposto a procedimento disciplinare. Così è scritto nella lettera inviata a suo tempo. Questo è  il classico esempio di grida manzoniana, ingiustamente e inutilmente punitiva e minacciosa. Poniamo che 50 architetti non abbiano pagato (ottimismo?): l’ordine si è impiccato ad aprire 50 procedimenti disciplinari. E’ una situazione plausibile, ragionevole, umana? E’ evidente che il pagamento della quota è un obbligo che non può essere eluso, ma all’Ordine si sono resi conto della situazione in cui versa l’economia e l’edilizia in particolare? Ne hanno la percezione oppure si crede che sia solo un refrain tipo TG che scivola via dopo averlo citato in qualche convegno? Perfino INARCASSA ha rateizzato con una penale minima. Perfino Monti ha dilazionato l’IMU. Perché l’Ordine, che è nel territorio e quindi dovrebbe essere più vicino ai propri iscritti, ha ritenuto di fare ricorso a questo metodo inquisitorio e non ha utilizzato invece una serie di more a scalare, magari non da rapina? Perché l’Ordine deve mostrare questo volto arcigno? 250 euro non è cifra del tutto irrilevante (e una delle più alte d’Italia) e qualcuno è possibile abbia qualche difficoltà a pagarle, specie se sommata a tutti gli altri innumerevoli balzelli cui siamo sottoposti.
Attendiamo con ansia l’espulsione di qualche decina di colleghi.

Siamo saltati sulla sedia! Dunque il Comune è nella fase di “preparazione” della Variante alle sole NTA. Che cosa vorrà dire “preparazione”? Si riferirà alle modalità e ai criteri da seguire nella redazione della variante o più semplicemente vorrà dire che ci stanno lavorando? Dai tempi indicati, praticamente dopodomani, sembra essere quest’ultima la risposta più plausibile. E chi è il soggetto che starebbe “preparando”? Molte altre sarebbero le domande da porsi, a riprova del fatto che nessuno sa niente, se non per “si dice”, e che la comunicazione è stata affidata ai Consigli degli Ordini, i quali sembrano assumere il ruolo di “addetti stampa” del Comune: che altro giudizio dare in assenza di un commento, di un giudizio sull’operazione in corso, dell’espressione di un pensiero? Forse dopo che gli Ordini sono stati criticati per un interventismo andato ben oltre le funzioni loro attribuite, ritengono che l’asettico ruolo di addetto stampa sia più consono alla situazione? Peccato che tale atteggiamento faccia pensare ancora peggio di prima e fornisca un’immagine di appiattimento sull’Amministrazione, con quell’astenersi da qualsiasi osservazione. Dispiace dirlo, ma questo è quanto si può ricavare dai fatti. Evidentemente è la strada che gli Ordini ritengono giusta da seguire. Non si tratta certo di giudicare i contenuti della Variante, che ci sono ignoti, ma almeno sul fatto che l’operazione si stia svolgendo in sordina, senza una comunicazione alla città, senza l’apertura di un minimo di dibattito pubblico, senza l’indicazione di una scelta culturale e politica per uno strumento che interessa cittadini, imprese, professionisti, operatori in genere, qualcosa si poteva dire. La città ha diritto di sapere cosa si sta preparando. Non il dettaglio, non il singolo articolo, non l’articolato, non il cavillo leguleio, come l'Ordine ha fatto fino ad oggi,  ma i principi che dovranno guidare le nuove NTA quelli sì, è necessario conoscerli e discuterli. Invece no, non sappiamo nemmeno se sia stato avviato il procedimento. Fatto formale, si dirà. Certamente, ma a noi interessa la sostanza: se non lo sappiamo, e immaginiamo che sia stata svolta la procedura, vuol dire che non è stata data rilevanza alcuna alla notizia, non è stato ritenuto che una variante normativa sia significativa. Non riteniamo che sia questo l’approccio giusto. Premesso che noi abbiamo chiesto, e continueremo a chiedere  una variante per tutto il patrimonio edilizio esistente - salvo essere pronti a ricrederci sui risultati quando e se li vedremo - tuttavia le Norme non sono un’azione burocratica da fare d’ufficio ma sono invece, e alla luce delle NTA vigenti a maggior ragione, la cartina al tornasole del rapporto tra pubblico e privato, tra Amministrazione e cittadini. Per le NTA vigenti il cittadino è suddito, non ha alcuna libertà, nemmeno per la cuccia del cane, l’imprenditore non può costruire un piano ammezzato interno, tutto è controllato e regimato e il poco che è concesso viene distribuito con il lumicino.
Ci piacerebbe sapere qualcosa, tutto qui, ci piacerebbe capire se possiamo sperare in meglio; ci piacerebbe che l'Amministrazione garantisse il nostro diritto di cittadini e di liberi professionisti ad una informazione vera.

3) Ma anche gli Ordini, supponiamo, non sapranno niente. Però sanno che l'assurda procedura di pre-istruttoria e, soprattutto, la blindatura dell’ufficio, presenta “criticità”. Perbacco, avevamo forse ragione noi a dire che era una superflua e dannosa procedura? Certo, l'abbiamo detto quando tutto era già fatto, visto che ce lo hanno detto alla fine, quando tutto era stato già deciso!
Gli Ordini lo sanno bene che esistono "criticità" perché l’hanno proposta, voluta, sollecitata loro, in primis l’Ordine Architetti. Maldicenza, illazione? Neanche per sogno! La rivendica con una certa dose di orgoglio l’Ordine Architetti in un documento pubblicato nel sito istituzionale, qui:


Ma noi stiamo tranquilli, perché l’Ordine, come al solito, “monitora” e le “criticità” saranno certamente rimosse.
A quando un linguaggio che non sia di soli vuoti luoghi comuni e soprattutto a quando azioni svolte nell’interesse dei liberi professionisti e non contro?
Visti i precedenti vi rivolgiamo una preghiera: state fermi, non agitatevi, riposatevi, fate il meno possibile, limitatevi a svolgere i compiti che la legge vi assegna: la quota d’iscrizione costerebbe molto meno e le cose non potrebbero che andare meglio.
Pietro Pagliardini

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