La categoria dei Liberi professionisti
deve provvedere alla sua difesa con tutti i mezzi più risoluti, attraverso organizzazioni sindacali ad adesione libera,
sottratte ad ogni disciplina e gerarchia statale, limitate ai soli puri professionisti,
ossia a coloro che, unicamente da contratti di opera e mai da remunerazioni a tempo o a stipendio e quindi da lavoro subordinato,
anche se intellettualmente di alto grado, traggono i materiali mezzi della propria sussistenza".
Amadeo Bordiga, cofondatore del Sindacato Ingegneri Liberi Professionisti – Napoli, 1950

sabato 4 dicembre 2010

COMUNICATO SU AREA EX LEBOLE E R.U.

Inviato al quotidiano La Nazione cronaca di Arezzo 4 dicembre 2010

INARSIND su area ex Lebole e Regolamento Urbanistico

In questi ultimi tempi le notizie di stampa sull’urbanistica aretina sono esclusivamente incentrate sull’area Lebole, con l’impressione, forse errata, che l’Amministrazione Comunale abbia messo la sordina sul Regolamento Urbanistico e l’esame delle innumerevoli osservazioni.
Inarsind ha organizzato, per la parte urbanistica, il convegno del 27 settembre su “ Il riuso delle aree produttive: sviluppo e trasformazione della città, il caso dell’area ex Lebole”
La soluzione che si va prospettando per l’area Lebole, a seguito del bando Comunale, sembra andare contro-senso rispetto alla salvaguardia delle attività commerciali in città e rispetto  alla tendenza della cultura urbanistica odierna per casi simili.
Durante il convegno fu ribadito quanto sia stato sbagliato escludere le grandi aree, come la ex-lebole, dal Regolamento Urbanistico (e dal dibattito cittadino) e quanto una errata trasformazione potrebbe avere effetti deleteri per tutta la città.
Nell’articolo apparso il 3 dicembre, con tanto di immagini della proposta che ha provocato tante polemiche, il Sindaco, in risposta a certe critiche dice:” Ma se ne accorgono ora che nel bando c’erano 15.000 mq di commerciale? Perchè non hanno detto niente a settembre?” ...”Perchè chi contesta ora non ha presentato una manifestazione di interesse alternativa?”. Siccome nel convegno organizzato a settembre il Presidente di Inarsind era tra i relatori, voglio ricordare quanto segue.
La previsione per l’area era esattamente di 16.216 mq tra commerciale, terziario e ricettivo, il che vuol dire che, tolti gli uffici e un eventuale albergo, il commerciale poteva essere di circa 5.000 mq.
A settembre, durante il convegno, le organizzazioni di categoria hanno detto e ridetto che un commerciale di più ampie dimensioni sarebbe stato estremamente dannoso per il resto della città.
Quanto al non aver presentato altre “manifestazioni di interesse alternative”, il sottoscritto ha posto, durante il convegno,  all’assessore comunale presente, un preciso quesito sul Bando dell’amministrazione che, per le regole previste al proprio  interno, rendeva praticamente impossibile la presentazione di più di una proposta.
I fatti hanno dato ragione a questo facile pronostico al punto che ci si deve chiedere il motivo per cui l’amministrazione comunale ha fatto un bando, per una sola proposta, anche se la legge urbanistica dava la possibilità di evitare questa inutile e  dispendiosa procedura. Cosa che, oltretutto, a questo punto, potrebbe sembrare quasi una beffa.
Il caso Lebole diventa, in questo modo, emblematico delle contraddizioni di questo sistema. Da un lato il Sindaco auspica una ricaduta sull’economia cittadina, con una autarchica preferenza dell’imprenditoria locale; dall’altro, però, il favorire le grandi aree a svantaggio di tutto il territorio penalizza sia le numerose e piccole aziende cittadine sia la classe professionale aretina, essendo chiaramente favoriti solo pochi grossi studi esterni (cosa che riguarda direttamente il nostro Sindacato).
I pericoli di una errata ipotesi per l’area ex Lebole sono stati valutati dai sincacati confederali come 300 posti in meno nelle attività commerciali del centro storico. 500 firme di protesta  sono state raccolte dalla Confesercenti. Inarsind ha già raccolto, un anno fa,  200 firme sul RU adottato. Tutti professionisti che lamentano il fermo della propria attività e che da certe vicende non possono che trarre ulteriori motivi di preoccupazione.
Inarsind chiede che si prenda atto di questa situazione molto critica e auspica che questa pagina si chiuda definitivamente prima di tutto con l’approvazione del Regolamento Urbanistico, per creare un minimo di condizioni per la ripresa dell’attività professionale ora del tutto ferma in città . Passate le elezioni, l’auspicio è che si riparta da capo con una visione più ampia.
Per questo ci auguriamo vivamente che la Giunta e tutte le forze politiche presenti in Consiglio Comunale si adoperino affinché entro la legislatura venga approvato il RU, ad ogni costo.


Il Presidente Inarsind
Alessandro Cinelli Architetto 

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