La categoria dei Liberi professionisti
deve provvedere alla sua difesa con tutti i mezzi più risoluti, attraverso organizzazioni sindacali ad adesione libera,
sottratte ad ogni disciplina e gerarchia statale, limitate ai soli puri professionisti,
ossia a coloro che, unicamente da contratti di opera e mai da remunerazioni a tempo o a stipendio e quindi da lavoro subordinato,
anche se intellettualmente di alto grado, traggono i materiali mezzi della propria sussistenza".
Amadeo Bordiga, cofondatore del Sindacato Ingegneri Liberi Professionisti – Napoli, 1950

martedì 8 novembre 2011

La proposta di Inarsind per Arezzo dopo la denuncia dell'assessore Dringoli


I toni di scontro con l'amministrazione
non sono contenuti nel testo inviato al giornale.
La foto (pescata nel Web) è stata
una iniziativa della redazione del giornale.
Testo originale dell'intervista:


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Il Sindaco ha ragione a preoccuparsi del “Castro bomba a orologeria” e così facendo spara contro decenni di malgoverno di chi ha costruito il Pantano e propone una “commissione”. Ma è d’obbligo a questo punto ricordare il famoso aforisma inglese: “Il Cammello è il risultato di una commissione che voleva fare un Cavallo!”.
Il rischio esondazioni si risolve trovando le risorse con un nuovo Regolamento Urbanistico. Se il RU funziona,  si potranno disinnescare anche le “bombe” Castro e Bicchieraia, prendendo i classici “due piccioni con una fava”.
Per prima cosa, quindi, non commissioni “Castro” ma “ripulitura” del RU dal quel “Pantano” burocratico, più volte denunciato, che danneggia non solo il tessuto economico dei privati cittadini ma anche il Comune che non riscuote gli Oneri.
Gli Oneri, è bene ricordarlo, sono quelli che servono al comune per fare anche opere come le casse di espansione per Castro e Bicchieraia.
L’assessore Dringoli dice che i progetti delle casse di espansone ci sono ma i soldi no, quantificati in 5 milioni di euro. Cifra grossa ma non impossibile. E allora come reperire fondi e dare una risposta di concretezza? Bisogna rinunciare all’insana volontà di rifare il Piano strutturale, e rifare invece subito quella parte di RU che riguarda il patrimonio edilizio esistente, (art. 55 c. 1 LR 1/2005). Solo quella parte ben distinta e non la disciplina delle trasformazioni (nuove costruzioni) che invece richiede più tempo e un dibattito in tutta la città. Rifare questa parte di RU potrà essere breve, riscrivendo completamente le Norme, con un’operazione di chirurgia dell’obesità burocratica. E’ chiara la relazione tra  questa proposta e le casse d’espansione? La relazione sta nel fatto che l’amministrazione dovrà impegnarsi a destinare gran parte degli introiti degli Oneri proprio a quello scopo, dando così un segno forte e concreto della volontà di risolvere il  problema. Col rifacimento del RU per il patrimonio edilizio esistente, cittadini e aziende potranno ingrandire la propria casa e la propria fabbrica con semplicità e, oltre alle Casse di Espansione, si darà un po’ di fiato a moltissimi privati, a molti professionisti, agli idraulici, ai muratori, imbianchini, elettricisti ecc. ecc.
Quindi, rifacimento del nuovo RU e variante contestuale al Piano Strutturale evitando di iniziare un lungo e incerto iter, per uno strumento (Il piano Strutturale) che una Regione responsabile dovrebbe eliminare o quanto meno semplificare abolendo la doppia lettura.
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L’amministrazione ha un’occasione di fare due cose utili legandole vicendevolmente  dimostrando, aldilà dei sentimenti e delle parole, di avere a cuore sicurezza idraulica  e sopravvivenza del vasto tessuto economico legato all’edilizia. ""

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