La categoria dei Liberi professionisti
deve provvedere alla sua difesa con tutti i mezzi più risoluti, attraverso organizzazioni sindacali ad adesione libera,
sottratte ad ogni disciplina e gerarchia statale, limitate ai soli puri professionisti,
ossia a coloro che, unicamente da contratti di opera e mai da remunerazioni a tempo o a stipendio e quindi da lavoro subordinato,
anche se intellettualmente di alto grado, traggono i materiali mezzi della propria sussistenza".
Amadeo Bordiga, cofondatore del Sindacato Ingegneri Liberi Professionisti – Napoli, 1950

mercoledì 29 agosto 2012

IL RIORDINO DELLE PROVINCE E LE RICADUTE SUI PROFESSIONISTI DELLA PROVINCIA DI AREZZO


Cari colleghi,
in questi giorni le notizie di stampa riportano alcune ipotesi di riordino del sistema delle Province Toscane e in particolare di quella Aretina. Le ipotesi in discussione  principalmente sono due:
1.    Il mantenimento della provincia aretina
2.    L’accorpamento di  Arezzo, Siena e Grosseto.
Per la seconda ipotesi il presidente della Regione Enrico Rossi si è espresso a favore di Siena capoluogo. INARSIND della provincia di Arezzo non ha preso posizione al riguardo. In passato, però, questo sindacato (attraverso Inarsind  e Confedertecnica regionali) ha elaborato documenti e interventi presso la regione Toscana nei quali si individuava non tanto il problema delle province e del loro riassetto quanto piuttosto il problema della Regione. In sintesi, questo sindacato ha più volte espresso forti dubbi sulla utilità del sistema di leggi e della burocrazia che la regione Toscana ha via via costruito.
Sistema di leggi e burocrazia che non difende il territorio ma, al contrario, mortifica le autonomie dei comuni, le legittime aspettative dei cittadini, delle famiglie, delle piccole imprese e di tutto l’indotto economico collegato, lasciando pressoché inalterate, invece, le possibilità di intervento delle grandi società e dei grandi gruppi economici e finanziari, spesso in dispetto della qualità del territorio.
Tutto ciò rischia di essere dimenticato a favore di discussioni che potrebbero diventare campanilistiche.

Cionondimeno occorre valutare le ricadute pratiche che le ipotesi di riassetto avrebbero sulla nostra professione. Pensiamo, a titolo esemplificativo, alle novità sulla localizzazione e strutturazione di Ordini Professionali  (che, ricordiamo, hanno carattere provinciale) , Genio Civile, SovrintendenzaCamera di Commercio, Prefettura, ASL, oltre, naturalmente, alla sede della Provincia e degli altri organismi collegati presso i quali dobbiamo spessissimo espletare molte pratiche Amministrative.

Ricordiamo che questa nuova situazione di riordino dell’assetto istituzionale ha fatto inevitabilmente riemergere una serie di istanze legate alle caratteristiche, alle tradizioni e alla storia dei vari territori, per cui in Valdarno si sono manifestate volontà di aggregarsi con Firenze e in Val Tiberina con l’Umbria. Tutto questo per significare che il riordino delle Province non può essere in alcun modo archiviato come una cosa di scarso interesse.

In occasioni come queste è necessario esprimersi e far sentire la nostra voce altrimenti dovremo subire l’ennesima mortificazione della nostra attività.
Per questo motivo chiediamo a ognuno di voi di esprimersi attraverso commenti a questo articolo.

Cordiali saluti
28/08/2012
Il Presidente Alessandro Cinelli  
Il Segretario Pietro Pagliardini

1 commento:

Unknown ha detto...

Mi sembra anche questa una vicenda assurda... La Provincia di Arezzo ha tutti i requisiti per poter continuare ad esistere, con tutte le ricadute conseguenti già espresse nell'articolo. Arezzo deve trovare la forza e le risorse (sociali, politiche ed economiche) per farsi valere nel contesto regionale. Altrimenti caderemo in un circolo recessivo senza fine...